Intervista a Giampaolo Rosi, Incaricato regionale Settore Protezione Civile, per fare un bilancio dei servizi e definire gli impegni futuri: “Un volontario su cinque in Emilia-Romagna è scout. La nuova sfida che ci attende ora è quella di aiutare i gruppi nella ripresa in sicurezza delle attività in presenza con bambini e ragazzi”.
Sono 1.914 gli scout di AGESCI Emilia-Romagna che in 11 settimane hanno svolto servizi alla popolazione legati all’emergenza coronavirus, all’interno dell’Attivazione regionale di Protezione Civile partita il 16 marzo scorso.
La stragrande maggioranza sono under 40 (84%) e il 58% ha meno di 25 anni. Il 51% sono maschi, il 49% femmine. Della compagine in servizio 651 sono rover e scolte, cioè ragazzi e ragazze dai 18 ai 21 anni. Gli altri 1.263 sono capi.
Ecco la suddivisione territoriale a livello regionale: Bologna (276), Ferrara (124), Forlì-Cesena (312), Modena (273), Parma (151), Piacenza (145), Ravenna (110), Reggio Emilia (234), Rimini (289).
Con la fine del lockdown e l’avvio della Fase 2 si è registrata una naturale diminuzione delle richieste di servizio sul territorio, la scorsa settimana erano operativi 677 volontari, il 35% del totale attivato. Inoltre, la possibilità di riprendere le attività scout in presenza, dall’8 giugno in Emilia-Romagna, sta impegnando gli oltre 4.200 capi emiliano-romagnoli nello studio delle nuove modalità per accogliere in sicurezza bambini e ragazzi e nelle progettazione delle attività.
È dunque il momento giusto per fare un bilancio di queste settimane, verificando i servizi svolti e pensando alla ripartenza delle attività. Lo abbiamo fatto intervistando Giampaolo Rosi, Incaricato regionale Settore Protezione Civile di AGESCI Emilia-Romagna.
Giampaolo, sei stato testimone di tante emergenze, ultima quella del terremoto 2012 che ha colpito il cuore della nostra regione e che ha visto tantissimi scout attivi in servizi alla popolazione, come descriveresti questa emergenza? Cosa cambia nel modo di prestare servizio rispetto alle altre emergenze?
Nel sisma del 2012 gli scout hanno risposto sempre in maniera molto generosa a una attivazione dell’Agenzia regionale di Protezione Civile. Come Settore Protezione Civile formavamo delle squadre di volontari che si recavano nei luoghi colpiti per dare supporto. In questa emergenza così particolare, invece, i gruppi scout si sono spontaneamente messi a servizio della popolazione. Noi, come Pattuglia regionale di Protezione Civile abbiamo monitorato la situazione, mettendo in sicurezza i servizi con indicazioni operative, formazione specifica e fornendo DPI. Abbiamo ottenuto dalla Regione una regolare attivazione di Protezione Civile, con tutela assicurativa per tutte le realtà di servizio dei nostri associati sparse nel territorio regionale, regolarizzandole con progetti specifici di collaborazione.
In due mesi e mezzo si sono attivati oltre 1.900 volontari scout AGESCI, un contingente numeroso che ha coperto un territorio molto vasto, dalla pianura alla montagna, passando per il cuore delle nostre città fini ad arrivare al mare. Che “peso” ha AGESCI nel quadro generale dei servizi di volontariato di questa emergenza?
Dai dati in nostro possesso una percentuale molto elevata di volontari attivi in questa emergenza sono scout: uno su cinque. La nostra caratteristica è tipicamente essere a servizio delle fasce più deboli della popolazione, con una parola gentile e un sorriso, veniamo sempre ricordati per questo.
Come è andata la gestione dei servizi nella fase 1? Quali differenze con la Fase 2 ? Come conciliare il servizio alla popolazione con la ripresa delle attività educative scout?
La fase più complicata per tutti è stato capire cosa potevamo fare in sicurezza, le comunità capi e i Comitati di Zona si sono comportati in maniera molto responsabile e collaborativa, è stato per noi un lavoro molto impegnativo, ma vissuto con serenità e gioia. Ora i volontari stanno proseguendo con metodo e competenza gli impegni di servizio. La nuova sfida che ci attende ore come Settore Protezione Civile è quella di aiutare i gruppi nella ripresa in sicurezza delle attività scout in presenza con i ragazzi, grazie anche al grande lavoro fatto dalla Pattuglia regionale “Mafeking 2020”, composta da capi esperti in vari ambiti, che ha prodotto un documento fondamentale per capire se e come fare attività scout nei prossimi mesi.
Gli scout sono attivi soprattutto nei piccoli comuni, dove i rapporti con le pubbliche amministrazioni sono più stretti e dove spesso gli scout sono una delle poche realtà di volontariato. Che importanza ha questo aspetto nel quadro regionale dei servizi ?
Questo è stato fin da subito il pensiero della Regione Emilia-Romagna, potere contare sulla presenza degli scout nei piccoli comuni di provincia era fondamentale nell’emergenza. Sono stati i gruppi scout della provincia infatti a essere contattati per primi dai Centri operativi comunali, poi anche le Amministrazioni comunali delle grandi città hanno seguito questa strada, pensando a progetti con i gruppi scout, anche stimolati dagli stessi”.
La sicurezza è la priorità per svolgere un buon servizio in questa emergenza, come avete agito per garantire volontari e destinatari dei servizi ?
Abbiamo creato un vademecum condiviso e firmato da tutti gli incaricati di Protezione Civile delle Zone, che a cascata abbiamo fatto arrivare ai gruppi e chiesto di accettare a tutti i capi e i rover e le scolte maggiorenni in servizio. Abbiamo tenuto vari corsi online sulla sicurezza per le emergenze, formando con regolare attestato più di 900 volontari nostri associati.
Come si deve evolvere il sistema di Protezione Civile per rispondere a emergenze di tipo nuovo, come questa, differenti ad esempio da quelle dovute alle calamità naturali?
Speriamo che ci sia in futuro un nuovo modo di potere pensare e intervenire, sempre in maniera coordinata, ma con più attenzione e iniziativa delle realtà locali, come fatto in questa emergenza che abbiamo chiamato “attivazione dal basso”.
Lancia un messaggio a tutti i capi, rover e scolte che in queste settimane si sono spesi nei servizi e continueranno a farlo:
Quello che dico sempre ai miei ragazzi e ai miei capi è che nello scautismo condividiamo gli stessi valori e uno stile di vita affascinante in momenti unici e irripetibili; cerchiamo dunque di vivere questi momenti intensamente e con coerenza, per mantenere sempre fede alla nostra Promessa: aiutare gli altri in ogni circostanza.
Grazie per il vostro impegno e per il cuore che avete messo nel vostro servizio.
Buona Strada e buon servizio!
Ufficio Stampa e Comunicazione AGESCI Emilia-Romagna
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