Storia

La storia dello scoutismo a Parma è fatta di persone e luoghi che, a partire dalla prima metà del novecento, hanno caratterizzato il movimento e dato un contributo imprescindibile alla nascita e sviluppo di quello che è la zona di oggi.

Nella mappa qui sotto sono segnalati alcuni luoghi in qualche modo significativi per lo scoutismo. Cliccando su ogni simbolo si può leggere un breve testo descrittivo e vedere un’immagine del posto grazie al link di Google Street View.

Per chi volesse approfondire la storia dello scoutismo parmense, segnaliamo il libro La lunga traccia, di Giancarlo Gonizzi Ed. AGESCI ZONA PARMA 2004, scaricabile in pdf da questo link.

Sotto alla mappa, un riassunto della storia dello scoutismo parmense a cura di Erik Ceresini e Luigi Vignoli.

Breve storia dello scoutismo a Parma

N.B. – Dal 2004 il testo di riferimento per la storia dello scoutismo parmense è “La lunga traccia – Per una storia dello scautismo cattolico in terra parmense”, a cura di Luigi Vignoli, con la collaborazione di Giancarlo Gonizzi e Cecilia Paletti. L’opera ha suggellato le celebrazioni per l’80° anniversario di fondazione dell’Asci a Parma.

Un evento del 1907 fu l’origine di tutto, per tutti gli scout del mondo

Prima settimana di agosto: Robert Stephenson Smyth Baden Powell (“BP”), ex generale dell’esercito dell’Impero britannico, avvia sull’isola di Brownsea, con venti adolescenti londinesi di varia estrazione sociale, il primo campo scout. Qui mette in pratica i princìpi del metodo educativo da lui ideato e descritto in “Scouting for boys” (Scautismo per ragazzi), che mira a creare buoni cittadini attraverso la formazione del carattere, l’attenzione alla salute e al rafforzamento del corpo, lo sviluppo dell’abilità manuale e dello spirito di servizio al prossimo. Operatori di pace e di fraternità internazionale che incarnano al contempo lo spirito del cavaliere medievale, dell’uomo dei boschi, del pioniere e che, sostenuti dalla fede, si impegnano a rispettare la Legge scout e a mantenere la Promessa.

1916: padre Jacques Sevin (1882-1951), gesuita francese, personaggio a tratti ribelle, è inviato a Londra per studi teologici. Là conosce BP e partecipa ai suoi campi Gilwell – primi campi di formazione per capi -, dove si innamora dello scautismo. BP nutre profonda stima per Sevin, al punto da autorizzarlo, terminati gli studi, a esportare e trasporre il metodo in chiave cattolica. Lo scautismo nacque di fatto in ambiente protestante anglicano.

Sevin, primo capo a ricevere i cinque “tizzoni” (segno del completamento del percorso di formazione), non potendo rientrare in Francia perché ricercato come sovversivo, si stabilisce in Belgio, dove fonda la federazione nazionale del movimento. Entrerà in contatto con padre Giuseppe Gianfranceschi (1875-1934), confratello romano, a cui proporrà la nuova esperienza di aggregazione giovanile, raccogliendone la disponibilità. Sempre nel 1916, Gianfranceschi e il conte Mario di Carpegna (1856-1924) fondano a Roma l’Asci (Associazione scautistica cattolica italiana), che in pochi anni si diffonderà in tutta Italia.

Quando si pensa all’inizio dello scoutismo, non bisogna pensare ad esso come si presenta oggi. L’Asci di allora era gestita dalla Chiesa (come nell’impostazione data in Azione cattolica), non dai capi. Il parroco era il presidente; il laico era un delegato. Lo scautismo era considerato quasi una “branca” di AC.

Gli inizi dello scoutismo parmense

Lo scautismo Asci parmense nasce spontaneamente. Le Promesse dei primi capi di Parma (“direttori di gruppo” e “istruttori di riparto”) sono pronunciate nell’ottobre 1923 nell’oratorio dei padri Stimmatini “Domenico Maria Villa” (chiesa di S. Giacomo, in piazzale S. Giacomo – via D’Azeglio), alla presenza di monsignor Emilio Faggioli (1883-1977), fondatore a Bologna dello scautismo emiliano, forse invitato dal vescovo Guido Maria Conforti. Il riparto Parma 1 “Cardinal Ferrari” è registrato il 17 marzo 1924. L’oratorio sarà di fatto la prima sede del commissariato provinciale.

Monsignor Conforti (1865-1931, proclamato santo nel 2011), cercando di ostacolare l’avvento del regime fascista e la sua presa sui giovani, dai primi mesi del 1923 propone a parroci e adulti dell’Azione Cattolica di interessarsi alla proposta educativa del movimento di BP, immaginando di accogliere fra loro le prime Promesse e costituire nuclei di esploratori cattolici; ma appena appreso che il fondatore è protestante, e che i gruppi richiedono una certa autonomia rispetto alle file AC, molti si tireranno indietro.

Cinque presbiteri accetteranno la sfida, dando così vita ai primi riparti Asci della diocesi: Fontevivo 1 “Principe Umberto”, ad opera di don Giovanni Caminati (1886- 1975) con Attilio Moschini, nell’oratorio dell’abbazia (ex chiostro); Noceto 1 “Alberto Da Giussano”, con don Giuseppe Cavalli (1898-1973), nell’oratorio di S. Martino; Parma 1 “Cardinal Andrea Ferrari” [FOTO], con padre Giuseppe Bertapelle (1860-1930), Adolfo Saccenti (1901-1990) e Vincenzo Zileri (1906-1984); Parma 2 “Don Giovanni Bosco” (registrato il 4 maggio 1924 [FOTO]), con don Ernesto Camesasca (1883-1940), don Eugenio Cavallo (?1887-1967?), il capitano dell’esercito Brenno Gastaldi (1897-1958), Luigi Andreoli (Alce Rossa 1906-1991), Rodolfo Vettori (1910-2009) e Giovanni Vignali (1908-1963), all’istituto salesiano “S. Benedetto” di via Saffi.

In provincia, nel 1923 (registrato il 2 gennaio 1924), grazie a don Gaetano Rossi ed Enrico Poretti sorge il riparto Borgotaro 1 “Pio XI”, sotto la diocesi di Piacenza, che sul finire del 1924, col distacco tra diocesi e province, sarà annesso a quella di Parma. I gruppi non sono ancora federati in una zona.

Il primo campo estivo provinciale dei reparti Asci (Parma 1-2 e Noceto 1) si terrà a Berceto dal 14 al 17 agosto 1924, in un’area vicina al Seminario diocesano. Il 16 agosto mons. Conforti vi farà visita.

 

Riparto Parma 1 Cardinal Ferrari

Riparto Parma 1 Cardinal Ferrari, 1924

 

Riparto ASCI Parma 2 San Giovanni Bosco 1924.4 22

Riparto ASCI Parma 2 San Giovanni Bosco, 1924

I primi documenti ufficiali emersi dagli archivi attestano l’avvio nel 1923 del gruppo di Fontevivo e le Promesse pronunciate nel 1924 dai ragazzi del riparto Parma 1.
Sempre nel 1924 inizia a manifestarsi tra le direzioni dei gruppi il desiderio di una forma unitaria di gestione e coordinamento del movimento. Lo stesso anno Brenno Gastaldi è designato primo commissario provinciale; assistente ecclesiastico, nominato dal vescovo Conforti, è mons. Emilio Pallavicino (1884-1942); suo vice, mons. Evaristo Scaffardi (1901-1990).

All’epoca, e fino al 1955-56, Emilia e Romagna erano due regioni separate, con due distintivi: quello dell’Emilia è uno scudetto recante da una lato i gigli della famiglia Farnese, dall’altro l’aquila degli Asburgo. Ogni regione aveva un proprio tribunale ecclesiastico (uno a Modena, l’altro a Bologna – Parma era sotto Modena) e un proprio commissariato Asci.

All’unificazione delle regioni ecclesiastiche (1957) segue quella dell’Asci, che adotterà come simbolo regionale il galletto della Romagna.
Le Zone di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, ben organizzate, daranno un contributo notevole alla nascita e conduzione del nuovo commissariato: di Modena sarà il primo incaricato regionale della branca lupetti; di Parma quello della branca esploratori (Nino Vio); per la branca rover, Silvio Rosso, capoclan del Parma 2. Incaricato del settore stampa sarà Giampaolo Mora( totem “Daino”, 1929-2016), una delle quattro Aquile Randagie di Parma, tra i rifondatori dell’Asci in città dopo la Liberazione.

Fino al 1962 il commissariato metterà a disposizione per campi, uscite regionali, attività educative e di formazione capi una delle basi scout più importanti del nord Italia, quella di Serravalle Ceno (Varano Melegari), intitolata al martire partigiano Max Casaburi.

Il decreto fascista e la Giungla silente

Il decreto fascista attuato nell’aprile 1928 mette al bando lo scautismo e ogni realtà educativa al di fuori dell’Opera nazionale balilla (Onb).
Ha inizio il periodo della Giungla silente: 16 anni, 11 mesi e 5 giorni (fino al 25 Aprile) in cui si avvieranno attività clandestine (su tutte, quelle delle Aquile Randagie) a sostegno sia dei ragazzi, sia dei perseguitati dal regime. Una Resistenza senza armi, nel rispetto della Legge scout e della Promessa, con l’obiettivo di durare “un giorno in più” del fascismo. Tra questi fedeli e ribelli troviamo don Ennio Bonati (“Gabbiano”, 1915-1950) , cappellano della parrocchia del Santo Sepolcro, amico di don Andrea Ghetti “Baden”, tra i leader carismatici delle Aquile) e il già citato Giampaolo Mora, tra i fondatori del riparto Asci Parma 3 “San Giorgio” – pronuncerà la Promessa in piena Guerra, il 15 agosto 1941, durante il campo a Bresciadega (Val Codera) -.
Il 23 aprile 1928, festa di S. Giorgio, i quattro riparti si trovano nella basilica di S. Maria della Steccata, l’unica in diocesi con un altare dedicato al patrono degli scout. Celebrano la Messa. Al termine i capi invitano i capi squadriglia a consegnare le fiamme, la bandiera di commissariato e i guidoni all’assistente, che d’accordo col priore li mura sotto i gradini dell’altare. Lì rimarranno fino al 1945. A tutti è chiesto l’impegno di tornare ogni anno all’altare, a titolo personale, in borghese, a rammentare la Promessa.

La ripresa nel dopoguerra

Dopo il 25 Aprile, don Ennio Bonati lavora per riunire gli scout della prima Asci e procedere alla ricostituzione. L’atto ufficiale inviato a Roma, datato 15 luglio 1945, porta la firma di Lupo Vagabondo, al secolo Giovanni Vignali, figura di spicco della Resistenza parmigiana. Caduto per decenni nell’oblio, sarà riscoperto solo nel 2018, con l’intitolazione della comunità Masci Parma 8 (Movimento adulti scout cattolici). Vignali era il partigiano “Bellini”, a cui rispondevano oltre 30mila uomini del Comitato volontari della liberazione (Cvl) del nord-Emilia; lo stesso che rifiutò agli Alleati l’offerta di diventare primo sindaco del Dopoguerra. Con don Bonati e Rodolfo Vettori, Vignali costituirà il primo Comitato provinciale della rinata Asci, i cui capi si ritroveranno nella basilica della Steccata per recuperare le insegne deposte 17 anni prima.

Negli anni seguenti si assiste a una straordinaria fioritura del movimento. In città, Adolfo Michiara, Ernesto De Bernardis (Orso Generoso) e padre Arcangelo Corona rifondano il riparto Parma 1. Rodolfo Vettori e don Domenico Banfi, il riparto Parma 2. Nasce il Clan delle Vette Parma 2, primo clan unitario cittadino, con sede dai padri Gesuiti (chiesa di S. Rocco, in strada Università), guidato da padre Mosè Molin Pradel. Nasce il gruppo Parma 3, grazie a don Bonati, Luigi Andreoli e Giampaolo Mora.

Riparto ASCI Parma 3 - San Giorgio 1945

Riparto ASCI Parma 3 “San Giorgio”, 1945

Il riparto, con sede in borgo Piccinini 3 (abitazione di don Bonati), chiuderà nel 1948 a causa della grave malattia che in due anni porterà l’assistente alla morte.
Nasce il riparto Parma 4 “Baden Powell”, guidato da Giuseppe Goni, padre Giuliano Ferrarini e padre Ubaldo Lodolini. Il riparto Parma 5 “Max Casaburi”, al monastero di S. Giovanni Evangelista (sede della Pontificia commissione assistenza, Pca), guidato da don Tarcisio “Tar” Beltrame Quattrocchi (“Aquila Azzurra”, 1906-2003), Giancarlo Cottoni, Roberto Benecchi e Nino Vio. Il riparto Parma 6 “La Salle”, presso i Fratelli delle scuole cristiane (Palazzo Scutellari, borgo Giorgio Jan), guidato da Silvio Rosso e frate Lodovico Gorra.

Riparto ASCI Parma 6 la Salle 1946

Riparto ASCI Parma 6 “la Salle”, 1946

 

In provincia riaprono i gruppi Noceto 1 e Borgotaro 1. Aprono il Fidenza 1, Salsomaggiore 1, Busseto 1, Zibello 1 e Fornovo Taro 1. Il Commissariato provinciale è retto da Albert Rose (inglese trasferitosi temporaneamente a Parma per motivi di lavoro), don Bonati e don “Tar”.

1946. 22 anni dopo la nascita dell’Asci, le ragazze entrano a far parte del movimento scout: Alda Lagazzi Vescovi e Giuliana Bonati, insieme allo stesso don Bonati e a monsignor Evaristo Scaffardi fondano il primo riparto dell’Associazione Guide Italiane (Agi) – Parma 1 “Giovanna D’Arco” -, con sede al primo piano della “torre Mozza” della Cattedrale (il secondo campanile di cui non fu completata la costruzione – oggi negozio di souvenir). Nel 1949, sempre a causa della malattia di don Ennio, il riparto è trasferito nella parrocchia di Sant’Antonio Abate. Mons. Evaristo Scaffardi ne diventa assistente. Nel monastero di San Giovanni Evangelista, grazie a don “Tar” e a padre Paolino Beltrame Quattrocchi (“Gatto Rosso”, monaco, fratello di Tarcisio, 1909-2008) nasce il riparto Agi Parma 2 “S. Maria Goretti”.

I rover del clan Parma 5 “Don Ennio Bonati” e le scolte del fuoco Parma 1 “Giovanna D’Arco”, coordinati da padre Paolino, partecipano nel 1951 ai soccorsi alla popolazione colpita dall’alluvione del Polesine, allestendo punti di assistenza e accoglienza per i profughi che a Parma saranno alloggiati nei locali del monastero di San Giovanni (borgo Retto), in uso alla Pca.

1954 – Il riparto Agi Parma 1 lascia Sant’Antonio Abate per accorparsi al Parma 2 il cui fuoco, per mantenere il ricordo, porterà il nome Parma 1 e ne indosserà il foulard giallo-verde (mentre riparto e cerchio mantengono il foulard con due righe bianche su fondo blu).
Nel 1976 la ragazze confluiscono nel Parma 5, costituendo il nuovo gruppo Agesci.

1955 – Nel parco della Cittadella si svolge il primo raduno dei riparti scout emiliani.

Dagli anni ’60 ai giorni nostri – le tappe principali a Parma e in Italia

Negli anni ’60 l’Asci di Parma pubblica numerosi testi di metodologia scout grazie a un’équipe di capi appassionati e competenti composta da don Antonio Moroni (assistente provinciale fino al ’68, poi vice fino al ’77), Alessandro Duce, Maurizio Goni, Enver Bardulla, Gianni Reggiani e Aleardo Ceol e Padre Stefano Coronese  raccogliendo consensi a livello nazionale.

Novembre 1966 – Rover Asci e scolte Agi sono tra i primi ad accorrere a Firenze, colpita dall’alluvione dell’Arno. Insieme agli altri “Angeli del fango” presteranno servizio alla popolazione e in Biblioteca nazionale per oltre 40 giorni. L’operazione si replicherà nel Biellese, durante l’alluvione del novembre 1968.

5 maggio 1974 – Il Consiglio generale congiunto Asci-Agi ratifica la fusione delle due associazioni nell’Agesci.

6-10 agosto 1979 – I prati in località Casette in Canadà (Borio Valtaro , comune di Bedonia) accolgono la prima Route nazionale Agesci delle Comunità capi e degli assistenti ecclesiastici.

2-10 agosto 1986 – La branca RS partecipa alla Route nazionale ai Piani di Pezza (Parco nazionale d’Abruzzo, AQ). Tema: “Le scelte per un mondo che cambia”.

17 dicembre 1994 – La Comunità dei Foulards Blancs (scout adulti impegnati principalmente nel servizio ai malati a Lourdes e nei santuari mariani) organizza per Parma la prima veglia di accoglienza della Luce della pace di Betlemme, fiamma simbolo che ogni anno, in vista del Natale, giunge in Austria grazie agli scout, in volo dalla Terra Santa. La Luce è attinta nella cripta della Basilica della Nativita, dove da secoli arde una fiamma alimentata a turno dalle nazioni cristiane.

Da Lienz, tramite staffette scout, attraversa in treno l’Europa e l’Italia, moltiplicata e donata a parrocchie, associazioni, luoghi di accoglienza e di cura, famiglie.

Alla veglia, nella chiesa dell’Annunziata, partecipano le alte squadriglie e i noviziati della Zona. L’iniziativa si rinnoverà di anno in anno, passando dalla chiesa di Santa Teresa di Gesù Bambino a quella di San Patrizio, a quella della Chiesa avventista del Settimo giorno (18 dicembre 2021).

Dal 1994 la veglia è l’unico evento annuale fisso a cui partecipano rappresentanti di tutte le associazioni scout di Parma: ad Agesci e Cngei (prime promotrici) si sono progressivamente unite il Masci, l’Aisa (scout avventisti), l’Assoraider (pluriconfessionali, di derivazione Cngei) e la Fesi (evangelici). Nelle varie edizioni l’evento ha assunto carattere ecumenico, con la presenza e gli interventi di autorità di tutte le Chiese cristiane presenti a Parma, e di fede musulmana. Per la diocesi di Fidenza, i gruppi scout locali celebrano la veglia in contemporanea, nella Cattedrale di San Donnino.

23 ottobre 2004 – In occasione del 30° anniversario dell’Agesci e del 50° del Masci, un contingente della Zona partecipa in piazza S. Pietro, insieme a 6mila scout di ogni branca, all’incontro “La nostra Promessa con Te”, accolti in udienza privata da papa Giovanni Paolo II.

18 dicembre 2004 – A suggellare le celebrazioni per l’80° anniversario della fondazione ufficiale dell’Asci a Parma, nella chiesa dell’Annunziata viene presentato il volume “La lunga traccia – Per una storia dello scautismo cattolico in terra parmense”. Presenti i responsabili di Zona (Letizia Goni, Orazio Repetti) e l’assistente don Mauro  Pongolini, la presidente uscente dell’Agesci Maria Grazia Bellini, il presidente del Centro studi scout “Mario Mazza” Vittorio Pranzini (oggi presidente del Centro studi ed esperienze scout “Baden Powell”) e le autorità locali.

Il vescovo mons. Cesare Bonicelli presiede la Messa in ricordo degli scout defunti.

L’Associazione scout filatelia (Aisf) allestisce nell’antico refettorio una ricca mostra. Le Poste concedono per l’occasione un annullo speciale.

1 agosto 2007 – Alba del centenario dello scautismo.

Dopo la Messa, nel chiostro del convento dell’Annunziata, vecchi capi di Asci, Agi e Agesci, bambini e ragazzi celebrano il rinnovo della Promessa. Guidano il momento Ernesto De Bernardis (già Commissario Provinciale all’epoca la “Promessa più anziana” presente a Parma), don Antonio Moroni (già assistente Provinciale) e un lupetto del Parma 8 di origine venezuelana. Presente il sindaco Pietro Vignali.

La stessa mattina, in diverse forme, l’anniversario è celebrato nelle unità impegnate in campi e route, nel Parmense come nel resto del mondo; anche sull’isola di Brownsea (là il primo campo di BP), con una rappresentanza di ragazze e ragazzi del 21° Jamboree, in corso a Hylands Park, Chelmsford, Essex.

29 marzo 2008 – Nel Salone dei vescovi (palazzo del Vescovado) una delegazione di capi delle associazioni scout di Parma saluta ufficialmente mons. Cesare Bonicelli, vescovo scout, che per raggiunti limiti di età si congeda dalla diocesi da lui guidata per 12 anni.

6 aprile / 30 settembre 2009 – L’Agesci di Parma, parte della colonna mobile della Protezione civile, presta servizio con diversi capi a l’Aquila e nei comuni abruzzesi del “cratere” investito dal sisma della notte del 6 aprile. Partecipa all’allestimento delle tendopoli (tra cui quella di Piazza d’Armi), alla gestione della logistica nei magazzini e delle pratiche di segreteria, alla distribuzione dei pasti, all’animazione della popolazione, in particolare dei minori.

6-8 maggio 2011 – Tra il Seminario di Berceto e Ca’ Nova (località Tugo) si svolge il Convegno capi che porterà alla stesura del Progetto di Zona.

Ospiti i vescovi di Fidenza (mons. Carlo Mazza) e Parma (mons. Enrico Solmi, che presiederà la Messa finale). Dal mondo scout, Giancarlo Lombardi (1937-2017): protagonista nella nascita dell’Agesci e delle Comunità capi (Route nazionale di Bedonia, 1979), presidente del Comitato centrale (1976-1982), formatore capi in Val Codera, ministro dell’Istruzione nel governo Dini (1995-1996), direttore della rivista RS-Servire fino al 2014. Suo l’intervento sul tema della Scelta politica nel Patto associativo.

24-25 maggio 2014 – Uscita capi di Zona, in bici al campo sportivo di Costamezzana. Ospite don Jonah Lynch, teologo, astrofisico, vicerettore della Fraternità di S. Carlo Borromeo di Roma (Comunione e liberazione). Partendo dal suo libro “Il profumo dei limoni”, interviene sul tema delle relazioni rese progressivamente virtuali dall’abuso di Internet, social network e strumenti tecnologici.

La sera del sabato, Messa nell’oratorio di S. Maria del Gisolo presieduta dall’assistente di Zona don Francesco Ponci.

1-10 agosto 2014 – 16 clan della Zona partecipano alla Route nazionale di branca RS (“Strade di coraggio, diritti al futuro”), con raduno finale nella tenuta presidenziale di San Rossore (PI), là dove re Vittorio Emanuele III nel 1927 ratificò le Leggi fascistissime che portarono alla soppressione dello scautismo.

Messa conclusiva presieduta dal card. Angelo Bagnasco, alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi.

Il “Parlamento R/S”, di cui fanno parte alcuni giovani della Zona eletti nei clan di formazione durante le centinaia di route che hanno attraversato il Paese prima di giungere a S. Rossore, stila la Carta del Coraggio. Il documento-manifesto, contenente dichiarazioni di impegno da parte dei giovani, e richieste all’associazione, alle istituzioni e alla Chiesa, sarà oggetto di confronto nelle riunioni ai livelli di Zona, regionali e nazionale. Non mancheranno tensioni e contrasti.

22 febbraio 2015 – Giornata del Pensiero. Al termine della Messa presieduta dal vescovo Enrico Solmi nella Cattedrale gremita, e in vista del 75° anniversario della Liberazione, l’avv. Giampaolo Mora (“Daino”, Aquila Randagia, tra i rifondatori dell’Asci a Parma) dalla cima della scalinata saluta l’assemblea e offre un commosso ricordo di don Ennio Bonati (cappellano in S. Sepolcro a fine anni ’30), l’Aquila che lo introdusse da ragazzino nell’avventura scout: la fede retta, il talento di educatore, i rischi affrontati per amore della libertà e del Movimento, la dignità e serenità nella sofferenza della malattia.

Sempre in Cattedrale, Giuseppe Bonati, nipote di don Ennio, dona ai rappresentanti di ogni gruppo della Zona una copia del libro biografico (mai entrato in commercio) dedicato allo zio.

13 giugno 2015 – Roma, piazza San Pietro. La Zona di Parma, con altri 100mila scout, partecipa all’udienza di papa Francesco riservata all’Agesci.

8 ottobre 2016 – Una rappresentanza della Zona partecipa in Cattedrale alla Messa presieduta dal vescovo Enrico Solmi per il Giubileo delle associazioni e movimenti, evento parte del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco.

20 novembre 2016 – Assemblea di Zona a Fidenza, nella parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore. Alberto Montagna, ex capo Agesci di Fidenza, illustra il progetto di accoglienza minori “Bet Noah” (loc. S. Lucia di Medesano) realizzato dalla sua famiglia. Eugenio Garavini, Capo scout d’Italia dal 2005 al 2010, interviene sul tema della “esperienza di partecipazione” del capo scout alla vita dell’Associazione e della città.

27-28 maggio 2017 – Tra l’ex istituto salesiano di Montechiarugolo, il greto e le acque del torrente Enza a Tortiano, le comunità capi gareggiano nel Challenge di Zona. Vittoria del Parma 2.

16-17 marzo 2018 – Nell’anno dedicato da Cei e Agesci alla formazione al discernimento evangelico nelle CoCa, per crescere nella consapevolezza dell’essere educatori e testimoni, i capi della Zona – in uscita in città, ospiti della parrocchia di S. Alessandro -, partecipano nella chiesa di S. Lucia alla catechesi condotta da padre Francesco Ravaioli (ofm conv.) sul sacramento della Riconciliazione. Segue trasferimento nel Battistero di S. Giovanni Battista, dove don Francesco Ponci, assistente di Zona, presenta la storia e la figura di re David (come rappresentata negli affreschi), offrendo spunti per la meditazione nella successiva veglia notturna che proseguirà fino all’alba. A conclusione dell’evento, il vescovo mons. Enrico Solmi presiede la recita delle Lodi.

9 marzo- 18 maggio 2020: Il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri impone in Italia il lockdown, per fronteggiare il dilagare della pandemia da Covid-19. Le attività dei gruppi, fortissimamente limitate, proseguono sfruttando al meglio gli strumenti offerti dalla tecnologia, tra riunioni e adunanze online.

Capi e giovani della branca R/S, insieme alle realtà associative legate alla Protezione civile, e in accordo con le amministrazioni comunali, prestano servizio alla popolazione: triage agli ingressi di ospedali e pronto soccorso, disinfezione ambulanze, consegna spese a domicilio, gestione dormitori. Passata la prima emergenza, saranno impegnati nell’accoglienza nei centri vaccinali.

Con la ripresa degli incontri in presenza si impone il distanziamento fisico e il rispetto di complessi protocolli di sicurezza sanitaria, in continuo aggiornamento. Campi fissi e mobili subiscono tagli in durata, attività consentite, lunghezza degli spostamenti. Alcuni eventi saranno interrotti dalla scoperta di contagi. Emergono casi di staff e comunità capi chiamate a misurarsi con ragazzi e famiglie allineate su tesi complottiste e antiscientifiche riguardo all’origine e all’esistenza stessa della pandemia, alla composizione, efficacia e sicurezza dei vaccini.

29 novembre 2020: La pandemia da Covid-19 impone che per la prima volta l’Assemblea di Zona, comprensiva di elezioni dei nuovi quadri, si svolga online. Oltre 140 i capi partecipanti. Alessandro Volta – responsabile di Zona fino al 2009, ex consigliere comunale, neonatologo, impegnato a Reggio Emilia in attività di formazione di genitori e insegnanti per la gestione della situazione sanitaria – interviene con una riflessione sulla “resilienza applicata” di cui lo scautismo ha dato dimostrazione in oltre 110 anni di storia; la necessità e capacità di evolversi, adattarsi, rinnovarsi – nel metodo, nello stile di pensiero e azione – in base alle epoche e agli eventi, per “andare avanti nonostante tutto”: l’instaurarsi di regimi dittatoriali, due Guerre mondiali e altri conflitti, l’epidemia di Spagnola, cataclismi, rivoluzioni politiche e sociali.

“Ne usciremo migliori? Dipende da noi. La risposta deve venire non da un indovino, ma dal profeta. Il profeta non legge nel futuro. Lo prepara. Ognuno di noi deve cercare di costruire il futuro che ritiene giusto, per sé e i ragazzi”.

12 dicembre 2021: A Traversetolo la prima Assemblea di Zona in presenza dall’inizio della pandemia da Covid-19 approva il nuovo Progetto di Zona, che si sarebbe dovuto stilare al convegno di maggio 2020, ovviamente annullato. L’ultima bozza, prima della revisione definitiva da parte dei capi in assemblea, è frutto dei lavori condotti in via eccezionale da pattuglie ridotte (ciascuna assegnata a una macro-area tematica) sui contributi raccolti fra le Coca e il Consiglio di Zona, sintetizzati nell’arco di un anno.

2022: Prove di avvio di un nuovo gruppo scout a sud di Parma (branca E/G e R/S), tra le frazioni di Panocchia, Vigatto e Corcagnano, grazie all’impegno di ex capi del Parma 9, tra cui suor Tilla Brizzolara (Piccole figlie), per diversi anni aiuto agli assistenti di branca e di Zona.

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A cura di Erick Ceresini,
col supporto bibliografico e documentario di Luigi Vignoli.
Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2022
(e molto ancora rimane da dire)