A Milano sabato 18 febbraio si è svolto Mafianopolis, un gioco interattivo sul territorio milanese sul tema delle mafie al Nord. L’idea di realizzare questo grande evento è nata all’interno del percorso affrontato insieme dai Gruppi Milano 68 e Milano 99.
Affrontare il tema delle mafie a Milano non è semplice, ma farlo insieme ci ha aiutato a non perderci, a confrontarci, a spronarci. Per questo, a conclusione del nostro percorso, ci siamo proposti di rendere concreto ciò che abbiamo vissuto e conosciuto nei mesi passati, attraverso un gioco che aveva lo scopo di sensibilizzare soprattutto i nostri coetanei sul problema delle mafie.
Questa iniziativa, anche per la sua originalità, ha riscosso un’ampia partecipazione ed un grosso apprezzamento da parte di associazioni e istituzioni: giovani che si impegnano a coinvolgere altri giovani per denunciare un fenomeno criminale che sta consumando la loro città, giovani che mettono loro stessi in gioco in questa lotta civile, giovani che vogliono camminare a testa alta, senza quel senso di omertà che distrugge le coscienze.
L’evento è stato organizzato anche grazie al patrocinio e al sostegno economico dei consigli di zona 1 e 2 e al supporto dell’associazione Libera, rappresentata dalla persona di Ilaria Ramoni, referente Libera Milano, che ha promosso l’iniziativa come opportunità di formazione e diffusione del tema tra i giovani.
Noi ragazzi abbiamo lavorato per un anno sulla presenza delle mafie nel capoluogo lombardo; ci siamo documentati, abbiamo visitato alcuni beni confiscati e abbiamo partecipato a dibattiti, capendo quanto la cultura della legalità, soprattutto all’interno della popolazione giovanile, sia poco sviluppata a Milano.
Dopo questo periodo di formazione abbiamo voluto dare il nostro contributo alla città; con la volontà di essere cittadini attivi abbiamo maturato l’idea di organizzare un gioco, simile ad una caccia al tesoro, come strumento, secondo noi efficacie, per rendere partecipi altri giovani di ciò che noi avevamo appreso.
Uno scout famoso, diciamo il primo, diceva che si fa “tutto con il gioco, ma niente per gioco”. L’ossatura del gioco era la risoluzione di un caso di omicidio fittizio, basato però su avvenimenti reali. Ogni squadra doveva investigare sull’accaduto raccogliendo indizi che riceveva superando alcune prove, nelle quali bisognava anche coinvolgere alcuni passanti per farsi aiutare.
In ognuna delle prove che abbiamo proposto si poteva leggere un senso più profondo: i luoghi in cui abbiamo dato appuntamento ai partecipanti parlano di problemi legati alle mafie oppure di persone che hanno vissuto intensamente il loro impegno contro le mafie di ieri e anche di oggi. Alcuni sono la casa di Giorgio Ambrosoli; la palazzina in viale Montello, storica sede del clan Cosco, che ci fa capire che la mafia è un fenomeno che ci è più vicino di quello che pensiamo; il palazzo di Giustizia, simbolo della lotta alle mafie; alcuni beni confiscati e dati ad associazioni no profit.
Altro luogo simbolo della storia mafiosa del capoluogo lombardo è l’Arco della Pace, dove è stata rapita Lea Garofalo prima di essere sciolta nell’acido, scelto per l’importanza di tenere viva la memoria delle vittime di mafia. È proprio in questo spazio che abbiamo proposto alle squadre partecipanti di realizzare un flash-mob tutti insieme. Moltissime squadre hanno partecipato alla creazione di un grande cerchio in cui le persone si tenevano unite grazie ad un filo giallo cingendo l’Arco. Il flash-mob ha rappresentato il senso ultimo del gioco e slogan dell’iniziativa, che ha ribadito simbolicamente il senso e l’importanza di fare antimafia: uniti contro le mafie.
L’ evento si è poi concluso nell’Auditorium della Biblioteca Valvassori Peroni, dove ai quasi duecento partecipanti è stato consegnato un libretto in cui si spiegava il significato e la storia di ogni luogo che i partecipanti hanno visto durante il gioco.
Alla conclusione noi scout abbiamo presentato il nostro percorso di formazione verso la realizzazione di questa iniziativa e abbiamo premiato le squadre vincitrici.
La speranza di noi tutti è però, che la sensibilizzazione sul tema delle mafie non si esaurisca con la giornata di sabato, ma che possa essere uno spunto per continuare nella promozione di una forte coscienza antimafiosa nella città di Milano.