“Poiché è dando, che si riceve”

PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE PASTI IN CARITAS A PIACENZA

Riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza “sul campo” da un Rover del Piacenza 3°

Ciao, sono un Rover al quarto anno di Clan del Gruppo Piacenza 3.

Dopo un paio di settimane di emergenza e quarantena, mi è stato proposto il servizio di preparazione e distribuzione pasti in Caritas: sono stato ben contento di accettare, così come sono ora contento di parlarvene.

Io personalmente ho fatto tre giorni di servizio, uno a settimana finora. Tendenzialmente la Protezione Civile, che coordina il tutto, cerca di variare molto il personale per dare a tutti la possibilità di partecipare e quindi non chiama nessuno più di un giorno a settimana, se non in carenza di volontari.

Già le prime ore di servizio in Caritas (che non avevo mai svolto) hanno fatto germogliare in me alcune interessanti considerazioni: innanzitutto, quel tipo di servizio così meccanico, manuale, monotono, che in linea teorica dovrebbe risultare molto più noioso che, ad esempio, una domenica di attività con il Reparto, mi ha invece infuso una linfa particolare. Anche paragonandolo ad altre “fatiche” meccaniche e monotone simili, come il lavoro in fabbrica che ho svolto questa estate, salta subito all’occhio la differenza: compiere un’attività meccanica con la consapevolezza di rendersi utile a qualcun altro, di fare la propria infinitesimale parte, di non essere giudicato o additato da nessuno in caso di errore, ha un gusto completamente diverso. VOLER essere lì, penso sia la chiave di tutto. Volerlo e basta. Non per un compenso economico o una conseguenza vantaggiosa. È questo che ti fa godere l’esperienza.

Durante il servizio ho poi potuto notare tante altre cose: chiacchierando con i volontari Caritas ho scoperto che con l’emergenza Coronavirus il numero di pasti da preparare è notevolmente aumentato e che non tutti (ma quasi tutti) quelli che vengono a ritirarli hanno anche un posto dove dormire (nella maggior parte dei casi fornito da Caritas stessa, data l’inagibilità del dormitorio in questo periodo di emergenza sanitaria). Ho visto una coda di persone che apparentemente sembravano non avere gravi problemi economici, vestite dignitosamente, con un telefono cellulare moderno, fare la fila per un pasto caldo, con gli occhi bassi e in silenzio: una fila di Persone, per dirlo meglio.

Ho anche apprezzato sorrisi di ringraziamento, ascoltato storie di chi ha attraversato mezzo mondo per poi trovarsi in mezzo a una strada, ma ha comunque mantenuto la gratitudine nei confronti del suo Dio e degli ultimi disposti ad aiutarlo.

Ho assaporato la loro immensa capacità di scherzare e di rispondere “Ma sì, va tutto bene” a chi lo chiede. In poco tempo ho imparato tanto su un angolo defilato di mondo, che avevo sempre visto e mai conosciuto, sempre considerato e mai osservato.

Ho sempre saputo che nel mondo c’è chi è meno fortunato di me, ma chi, come, quando e dove fosse… quello mai. Consiglio a tutti coloro che ne hanno la possibilità di mettersi in gioco e prendere parte a un servizio del genere, soprattutto oggi che così tanto bisogno. Lo consiglio per gli altri e soprattutto per sé stessi.

P.S.

Non c’entra niente con quanto scritto prima, ma voglio condividere con voi un’esperienza che mi è successa qualche giorno fa.

Dato che tra i tanti miei “difetti” ho la sensibilità ambientale, di fronte allo spettacolo del parco davanti a casa mia cosparso di cartacce e rifiuti non ho resistito e sono uscito armato di sacchetto e guanti a fare pulizia. A metà dell’opera noto che un signore esce dal suo appartamento che si affaccia sul parco e mi viene incontro. Pronto a schierarmi sulla difensiva e giustificare la mia uscita da casa, lo vedo invece porgermi un ramoscello d’ulivo e dirmi “È benedetto, tieni. È la Domenica delle Palme. Grazie che pulisci tutto, i miei figli giocano sempre qui.”

Gesù è ovunque e quando meno te lo aspetti!

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