Ireneo di Lione scrive: Il verbo di Dio si è fatto figlio dell’uomo per abituare l’uomo a ricevere Dio e per abituare Dio a risiedere nell’uomo. Gesù è venuto per “abituarci” a ricevere Dio e al tempo stesso per dare a Dio la possibilità di abituarsi all’uomo. Gesù facendosi carne ha manifestato questa volontà di non “risparmiarsi” nulla della nostra umanità, ha voluto condividere ogni cosa eccetto il peccato ma non le sue conseguenze.
Trent’anni ha vissuto con gli uomini e poi solo tre per annunciare il suo regno.Questo mi dice che la condivisione e l’ascolto dovrebbero occupare gran parte delle nostre attività, se Gesù stesso ha dedicato trent’anni della sua vita per stare in mezzo agli uomini. Condivisione e ascolto sono i modi con cui abituiamo i nostri ragazzi e giovani a ricevere Dio, e al tempo stesso creiamo le condizioni perché Dio ponga stabile dimora in quell’anima.
Guardiamo sempre con meraviglia e stupore i volti dei ragazzi, come guardiamo quella mangiatoia, dove ogni cosa è tanto umana e poco divina, eppure in questa umanità, in questo bambino, Dio ha riversato tutto se stesso. Così guardiamo i bambini, i ragazzi e giovani che ci vengono affidati, e anche noi stessi: un’umanità capace di accogliere Dio!
Niente di spettacolare, eppure così amata da Dio tanto da farne sua abitazione.
Buon Natale
don Diego,
Tiziana e Stefano
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