Agenda 2030: Il documento della responsabilità

Il  15 Novembre 2020, in via telematica, si è svolta la nostra Assemblea di Zona; oltre 300 scout fra capi e R/S si sono trovati per un evento interattivo dedicato all’ “Agenda 2030”, un piano di sviluppo sostenibile approvato nel 2015 dalle nazioni unite finalizzato alla programmazione di una serie di azioni globali per la società, il pianeta e la prosperità.
L’assemblea era incentrata su 6 dei 17 goals dell’agenda, cioè gli obbiettivi per i quali noi ragazzi e capi, in quanto semplici cittadini, abbiamo le competenze per applicare delle azioni concrete nel territorio di Modena; il fine dell’evento era infatti quello di raccogliere idee per azioni autentiche per ognuno dei 6 goals da attuare nella nostra realtà.
Per guidarci nell’impresa sono stati invitati vari relatori competenti e con esperienza nei campi di azione dell’Agenda: il primo a intervenire è stato Enrico Giovannini, economista, statistico e accademico italiano nonché attuale portavoce di ASviS ( “Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile”) e infine , come lui stesso ha ribadito, uno scout; ha poi lasciato la parola ad Erio Castellucci, vescovo della diocesi di Modena e ad Elena Granata , docente di Urbanistica al Politecnico di Milano e vicepresidente della scuola di economia civile.
Per ogni goals sono stati inoltre invitati specifici relatori testimoni di preziose esperienze di vita o professionisti che lavorano ogni giorno per futuro sostenibile. Le tematiche esposte nell’Agenda 2030 spaziano dalla tutela della salute, all’inclusività sociale all’interno e fra le nazioni, alla produzione e al consumo alimentare responsabile e alla protezione dell’ecosistema terrestre. Sono questioni che non possono non riguardarci, che per quanto ci proviamo sono difficili da ignorare. Eppure, a volte, ce ne dimentichiamo perché ci sembrano troppo grandi e al di fuori dal nostro controllo, così lontane dalla nostra vita e dai nostri problemi personali che finiscono per perdere valore. E’ paradossale come il motivo per cui a volte attribuiamo meno importanza a questioni di rilevanza planetaria sia proprio il fatto che riguardino tutti quanti: logicamente verrebbe da pensare che un problema come, per esempio, il surriscaldamento globale e le conseguenti ripercussioni che quindi, negazionisti a parte, interessano per forza tutta la popolazione, non possano essere dimenticati o passare in secondo piano. Eppure è ciò che facciamo ogni giorno.
Il coinvolgimento globale in qualche modo ci deresponsabilizza, forse perché non ci da l’impressione di poter veramente fare la differenza. E’ un allenamento alla responsabilità quello che ci chiede il mondo di oggi, poiché nel secolo della globalizzazione ogni nostra scelta è globalizzata ed ha un impatto su gli altri. Dobbiamo quindi allenarci a sviluppare una visione più ampia partendo con l’estenderla alla nostra città. Quello del 15 Novembre è stato un appello a tutti i giovani scout e non solo, per spronarli ad agire nella giusta direzione: quella della sostenibilità sociale e ambientale. Ad una delle frasi più inflazionate della storia “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” di Gandhi sovrapponiamo la frase più inflazionata dello scoutismo “Lascia il mondo un po’ migliore di come l’hai trovato” di Baden Powell; queste due citazioni rappresentano ciò che deve essere l’obbiettivo dello scout: essere precursore, con la spensieratezza e l’impegno che lo contraddistinguono, di un cambiamento fertile, grande o piccolo che sia, in grado di diffondersi e crescere nel tempo. Speriamo quindi, con questo evento, di essere stati anche noi portatori di un cambiamento che possa avervi spronato ad agire.

Francesca Iotti Modena 8

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