Ogni catechesi ha il suo fondamento nella e sulla Parola di Dio. Perciò, è indispensabile avere come punto di riferimento un brano evangelico che sappia “dialogare” con ognuno di noi e farci entrare nella dimensione spirituale, senza farci perdere di vista la realtà che viviamo. Il tempo di Quaresima diventa momento favorevole per sperimentare questo “dialogo” col Signore e farci riscoprire la bellezza dell’essenzialità e della conversione attraverso un elemento importante: la preghiera.
Ad aiutarci in questo breve cammino, formato da tre tappe, sarà l’Evangelista Matteo con un brano proprio sulla preghiera (Mt 6, 5-14).
1° Tappa: Dal trambusto alla quiete
Ogni giorno ci immergiamo nel mondo, col suo frastuono, caos, velocità e mille cose da fare.
Molte cose siamo chiamati a svolgere per lavoro, passione, obbligo, ma tutto questo ci allontana dalla quiete e rischiamo di diventare degli “iperattivi”, magari facendo vedere una generosità inaudita, ma che rischia di diventare arida e senza un fine. Per questo è importante riuscire a ricavare dei momenti di quiete, in cui il ritmo della vita cala, quasi a fermarsi. Questo non significa oziare, o perdere tempo, ma semplicemente “metabolizzare” tutto il vissuto per capire a che punto del cammino si è arrivati. Non solo, serve anche a comprendere le priorità della nostra vita, rivedere lo stile relazionale, comprendere quali difetti cercare di smussare e quali talenti valorizzare. Insomma, un piccolo “esame di coscienza” che ci faccia gustare la bellezza, non solo del nostro operato, ma del nostro esistere ed essere.
2° Tappa: Il bisogno di stare con Io e con Dio
Nella quiete emerge un bisogno di stare con sé stessi, ma non solo, un bisogno di Dio e di stare con Dio. Solo nel silenzio il Signore ci parla e riusciamo a distinguere la sua voce dalle mille voci che abbiamo dentro. Dio parla normalmente e quotidianamente all’uomo attraverso ispirazioni e consolazioni
(cfr, Rosini F., L’arte della buona battaglia), ma se siamo troppo impegnati a fare non ce ne accorgiamo. Dio entra nel nostro cuore solo se glielo permettiamo noi e non fa nulla contro la nostra libertà e volontà. È un Dio rispettoso che sa cogliere ed accogliere ogni nostro bisogno e desiderio. Però, anche Dio ha bisogno di noi. Ha piacere di stare con noi, le sue creature “più belle e più buone”, per condividere ciò che di più prezioso ha, la Sua presenza di amore, di grazia, di vita.
3° Tappa: La preghiera espressione dell’essenzialità
Questo bisogno sfocia nella preghiera. Cos’è la preghiera? È un dialogo che ci porta direttamente viso a viso col nostro Signore Gesù. È alimentare una relazione di salvezza e di grazia, capace di farci sentire amati e valorizzati per ciò che siamo: unici ed irripetibile. È scoprire l’essenza e l’essenzialità per la nostra vita, non solo spirituale, ma tutta. Non è semplice pregare, è un’arte, e come tale va imparata e messa in pratica. Ci sono molte forme di preghiera, ognuno ha il suo modo, anche quando la celebriamo comunitariamente con la S. Messa. L’Evangelista Matteo ci aiuta a scoprire un modo, Innanzitutto, «quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo» (6,6). Pregare è entrare nella stanza del cuore, un dialogo a tu per tu col Signore. È importante dedicare del tempo quotidiano, anche breve, ma costante, al Signore. Stare con Lui, magari leggendo il Vangelo del giorno e lasciare che ci parli. Un secondo consiglio è «pregando, non sprecate parole» (6,7). Non facciamo grandi monologhi al Signore, perché «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (6,8). Questo non ci esime nel dirgli ciò di cui abbiamo bisogno, o chiedergli delle grazie, ma ci riporta alla dimensione di relazione e dialogo. Lasciare che il Signore ci parli e ci guidi.
In queste breve tappe, assai succinte e sintetiche, si è voluto far capire la bellezza e l’utilità di trovare dei momenti di quiete in cui riscoprire la relazione con sé stessi e con il Signore. La bellezza della preghiera come essenza ed essenzialità per la nostra vita e, soprattutto, come riordino ed esame di coscienza sul nostro operato ed essere.
Don Luca RM 99
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