Italiano, musica e sport con gli immigrati di Catania

Un anno fa, noi ragazzi del clan Leonardo del Massa Lombarda 1 abbiamo intrapreso un percorso sul tema dell’ immigrazione che, a fine Luglio 2017 ci ha portati in Sicilia, per vedere di persona i luoghi dove il fenomeno migratorio è protagonista e per informarci su come avvengano realmente le attività di prima accoglienza.

Per 5 giorni abbiamo vissuto con i ragazzi del centro di prima accoglienza Don BOSCO 2000 a Catania, ai quali abbiamo proposto diverse attività, tra le quali l’insegnamento dell’italiano e la pratica musicale, oltre ai numerosi momenti di sport di gruppo e di gioco, durante i quali abbiamo insegnato loro alcuni tipici giochi scout. Inoltre, durante la permanenza al centro, abbiamo ascoltato le testimonianze di alcuni immigrati che vivono al centro già da qualche anno e lavorano per il mantenimento di questo, di alcuni responsabili della struttura e di alcuni animatori. Tutti loro ci hanno descritto la fatica sia di integrarsi sia di avvicinarsi a persone che all’inizio sembrano troppo diverse da noi a causa della cultura, delle usanze, ma principalmente a causa della lingua.

Siamo stati molto soddisfatti e felici del risultato ottenuto, poichè siamo riusciti a costruire, in solo 5 giorni, ponti così solidi con ragazzi mai visti prima, con cui inizialmente ci era difficile perfino comunicare. Ciò è stato possibile forse grazie alla tenerezza e all’ingenuita che ci ispiravano questi ragazzi, e alla loro immensa capacità di fidarsi subito di chi gli tende una mano e di restituire il doppio di ciò che gli viene regalato. Tanto che, al momento della nostra partenza, eravamo tutti estremamente dispiaciuti, nella consapevolezza che avremmo lasciato questi nuovi amici in una terra che, anche se ha nel cuore l’ ospitalità, può ancora garantirgli solo un futuro incerto. “É stata una delle dimostrazioni di affetto e gratitudine più belle che io abbia mai visto, qualcosa che non mi sarei mai aspettato, non in quelle proporzioni” è stato uno dei commenti di verifica alla fine di questo nostro servizio a Catania, al termine del quale ci siamo spostati a Pozzallo per avere un quadro più completo della situazione.

Qui abbiamo infatti parlato con la Guardia di finanza e la Capitaneria di porto riguardo al salvataggio in mare dei migranti: ci hanno fatto esplorare le imbarcazioni velocissime che utilizzano per salvare migliaia di vite. Al termine di questo percorso siamo giunti ad una conclusione: accogliere tutte queste persone non risolve il problema alla radice, il quale trova le sue cause nei governi e nelle condizioni dei paesi da cui essi provengono, ma di sicuro non possiamo lasciar morire degli esseri umani, e soprattutto non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla problematica che ci riguarda più da vicino: l’integrazione sociale.

A tal proposito abbiamo capito che bisogna partire dai più piccoli, coinvolgendo bambini italiani e stranieri tramite il gioco, che è il miglior mezzo per superare gli ostacoli dovuti dalla differenza di lingua, per mostrare loro come in realtà non ci siano differenze tra persone di popoli diversi e come il rispetto reciproco sia l’unica strada per incontrarsi.

Clan Leonardo – Massa Lombarda 1

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