RN 2024: La nostra route di Comunità Capi

A cura del Bari 18.

“A che laboratori vi siete iscritti?”
“Ma con quante tende stiamo partendo? Ci organizziamo?”
“Oh, ma a che ora si parte? 17.30, vero? Io ho dato appuntamento a un paio di amici in stazione per salutarli, poi non li becco più”
“Vedi che partiamo alle 7.30”
“Ma per il pranzo quindi?”

Con queste domande siamo partiti per Verona. E tornati abbiamo cercato delle risposte, abbiamo voluto chiederci cosa ci portavamo nel nostro zaino di Co.Ca dalla Route Nazionale delle Comunità Capi.
Le risposte che abbiamo trovato sono legate da un filo: la voglia, la bellezza e la gioia di essere Comunità Capi.
È grazie a questo filo conduttore che ci siamo potuti regalare del tempo per noi, per guardare uno ad uno i capi della Co.Ca, per conoscerci un po’ di più, per approfondire quelle relazioni che la vita frenetica del servizio, dell’associazione aveva lasciato un po’ in superficie.
Abbiamo condiviso la bellezza di quei Capi che hanno avuto la voglia e la possibilità di giocarsi nel servizio in questa Route Nazionale, servizio che non ce li ha fatti sentire più lontani, ma solo più vicini; con loro abbiamo condiviso insieme la gioia del loro essere lì, del loro servire, del loro aver partecipato per un pezzettino alla progettazione di questa RN.
Una Route che ci ha permesso di sporcarci le mani insieme e di ricaricarci nella fatica, di poterci sentire parte di un tutt’uno.
Abbiamo vissuto con quella sensazione addosso, sulla pelle, quella sensazione di essere lì in 18.000 ma  con un unico sguardo, un unico motivo, un unico scopo, con la stessa idea nella testa e nel cuore. E con quella sensazione siamo tornati, con la sensazione che c’è ancora tanto da fare, tanto da migliorare, tanti ponti da costruire ma con la consapevolezza che ci sono più di 36.000 mani pronte a sporcarsi.
Trentaseimila mani con le quali spartire il peso dei nostri limiti, delle nostre paure e dei muri che noi, tutti insieme, possiamo far diventare orizzonti di speranza.
Ed ora? Tornati a casa, tutto finito? Rimane solo un bel ricordo? Una bella esperienza?
È il rischio che non vogliamo correre, vogliamo coltivare gli interrogativi che questa RN ci ha lasciato, perché possano essere motivo di crescita e di rinnovamento.
Ci siamo resi conto che abbiamo bisogno di capire come poter noi essere testimoni credibili oggi.
Si è fatta più chiara e forte l’idea che per avere un impatto su questo mondo i capi dell’associazione debbano parlarsi guardandosi davvero negli occhi, per non essere sguardi senza mani per fare e senza teste per esserci.
Che vogliamo mani e teste da spendere per pensare le periferie, abitarle, per esserci ed essere sentinelle, non solo le periferie che si autodefiniscono tali, ma anche quei luoghi di cui ci dimentichiamo, che diventano periferie delle nostre azioni, quei luoghi che attraversiamo ma senza lo sguardo attento che ci dovrebbe contraddistinguere.
Vogliamo ripensare l’accoglienza, quella accoglienza rinnovata che desidera entrare in una relazione profonda, quell’accoglienza che abbiamo riscoperto essere necessaria prima di tutto con noi stessi, per accoglierci così come siamo, con le nostre fragilità, senza costruire un’immagine diversa dalla nostra persona.

In sintesi, se dovessimo riassumere la nostra route di Comunità Capi, la route del Bari18, la riassumeremmo in queste parole: accoglienza, testimonianza, felicità, speranza, periferie e rinnovata consapevolezza.
E con uno sguardo verso il futuro dell’Associazione, è proprio sulle “periferie vicine” e sull’accoglienza che vorremmo che l’associazione si interrogasse ed investisse.

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