Palestina e Israele: noi dove siamo?

Buona strada a tutti! Siamo il Clan Gabbiano Jonathan Livingston del gruppo scout Bari 1.😊
Questo articolo è la realizzazione del percorso vissuto durante quest’anno a conclusione del nostro Capitolo sul conflitto Israelo-Palestinese.

Ma che cos’è un Capitolo?
Nella vita di Clan di ogni anno questo svolge un ruolo fondamentale, rappresentando un punto di partenza essenziale per la comunità che desidera aprirsi alla dimensione territoriale e sociale, permettendoci di mettere in pratica quanto appreso.
Il Capitolo si compone di tre fasi: osservare, giudicare e agire. Osservare implica innanzitutto aprirsi agli altri per non rimanere indifferenti su ciò che avviene nel mondo; nella fase del giudicare vengono discusse e rielaborate le nostre osservazioni al fine di sviluppare un senso critico costruttivo. Infine la fase dell’agire ha come obiettivo quello di compiere un’azione concreta che abbia un effetto tangibile, nello spirito di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.

La scelta del tema del Capitolo di quest’anno è derivata dall’esposizione mediatica senza precedenti che è stata riservata al conflitto, che ha notevolmente attratto la nostra attenzione.

Nella prima fase del Capitolo abbiamo fatto ricerche autonome raccogliendo informazioni sulla storia del conflitto e confrontato fonti aperte dalle quali abbiamo provato a ricavare quali fossero le posizioni di AGESCI, Chiesa, singoli Stati e organizzazioni sovranazionali. Abbiamo anche effettuato un’indagine a campione, tramite sondaggio, per capire quale fosse l’opinione formatasi nel nostro territorio. I risultati non univoci che ne sono conseguiti ci hanno dimostrato che, nonostante l’esposizione mediatica, in pochi si reputano a conoscenza delle ragioni alla base del conflitto.
Tramite queste iniziali ricerche e mossi dai dati poco confortanti rilevati, ci siamo formati un’opinione sul conflitto che però abbiamo deciso di approfondire grazie all’aiuto di esperti.


La prima occasione di confronto è stata con Pasquale Marino, incaricato regionale al Settore Giustizia, Pace e Nonviolenza (GPN), di cui si avvale l’AGESCI per creare percorsi di pace e di giustizia sociale con lo scopo di “smuovere le coscienze”.
L’incontro con Pasquale ci ha permesso di avere una panoramica più precisa su come l’AGESCI opera in situazioni di conflitto optando sempre per una soluzione di pace, indipendentemente dal conflitto in atto, non schierandosi mai a favore di una fazione o dell’altra. Pasquale ci ha esortato a utilizzare la potente arma della parola, esprimendo i nostri valori per poi testimoniarli, sensibilizzando anzitutto i nostri coetanei.
Siamo giunti alla conclusione che solo non restando indifferenti possiamo sviluppare un pensiero critico basato su due solide fondamenta: cultura ed educazione. Dobbiamo, quindi, essere orgogliosi di far parte della grande famiglia dello scoutismo.

Successivamente abbiamo incontrato Padre Hibrahim Shomali, di origini palestinesi che attualmente vive in Israele.
Durante la nostra conversazione abbiamo scoperto che la comunità cristiana svolge un ruolo di fondamentale importanza aiutando spiritualmente e concretamente le persone in grave difficoltà.
Sotto questo aspetto il Papa mostra la sua vicinanza al popolo palestinese telefonando quotidianamente al Viceparroco di Gaza, esprimendo un pensiero, durante le sue omelie, di ferma condanna alla guerra e di solidarietà ai popoli coinvolti. La Chiesa cattolica in quanto istituzione internazionale fornisce aiuti umanitari anche grazie alla rete di volontariato che abbiamo scoperto essere particolarmente efficace.
La fede è l’unica speranza che la gente coltiva ogni giorno di più. Ci siamo resi conto che la presenza di Dio in questo conflitto risiede nelle persone che porgono la mano al prossimo, anche con piccoli gesti, nonostante le infinite difficoltà che vivono. Esempio eclatante di aiuto reciproco e per noi motivo di orgoglio, è rappresentato dai gruppi scout locali che rischiano la propria vita portando materialmente i beni di prima necessità, raccolti dalla Chiesa, a chi ne ha bisogno.
La testimonianza di Hibrahim ci ha aiutato a maturare la consapevolezza che la rete di aiuti organizzata dalla Chiesa è solida e costante e ci sprona a contribuire anche nel nostro piccolo aiutando attivamente.

Come terza domanda ci siamo chiesti quale fosse il ruolo delle potenze internazionali in questo conflitto e come primo passo ci siamo documentati su come stessero agendo a livello diplomatico.
Le nostre ricerche ci hanno portato a esaminare la risoluzione proposta dall’Assemblea Generale dell’ONU del 27/10/2023 la quale richiede una “tregua umanitaria immediata, durevole e sostenuta” e che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale e assicurino la fornitura “continua, sufficiente e non ostacolata” di servizi essenziali nella Striscia di Gaza. Si chiede inoltre la “liberazione immediata e incondizionata” di tutti i civili tenuti in ostaggio, nonché garanzie per la loro sicurezza e il trattamento in conformità al diritto internazionale. Abbiamo osservato che tale risoluzione ha ottenuto sia voti favorevoli che contrari e che alcuni Stati, tra cui l’Italia, si sono astenuti dal voto.
Non riuscendo a comprendere le reali motivazioni alla base di questa decisione, per rispondere ai nostri dubbi abbiamo deciso di incontrare un esperto di geopolitica al fine di avere una visione più completa e oggettiva della situazione: l’avvocato e membro di spicco dell’Associazione Diplomatici, Domenico G. Nuzzolese. L’incontro ha dato una svolta al nostro pensiero.
Abbiamo compreso che l’obiettivo della maggior parte della comunità internazionale è di eliminare Hamas in quanto associazione terroristica, in particolare l’Italia appoggia lo Stato d’Israele e condanna quest’ultima, ma al tempo stesso condivide l’impegno di mandare aiuti umanitari alla comunità palestinese.
Inoltre Domenico ci ha esposto come la diplomazia negli ultimi anni abbia invano tentato di porre fine al conflitto con una soluzione diplomatica che prevedesse la creazione di due Stati autonomi e indipendenti. Questa è ancora oggi l’unica proposta sul tavolo internazionale, non totalmente condivisa dalle parti.
Grazie a questo incontro abbiamo acquisito maggiore consapevolezza dei delicati equilibri della politica internazionale e ci poniamo come obiettivo costante di essere sempre curiosi in modo tale da non rimanere semplici spettatori di ciò che accade intorno a noi, ma da essere cittadini attivi capaci di poter fare la differenza.
In questo percorso abbiamo capito che lo strumento che alimenta il conflitto è l’odio, conseguenza diretta dell’indifferenza. Noi in quanto scout e cittadini attivi, ci poniamo l’obiettivo di combattere questo ostacolo diffondendo, tramite questo articolo, ciò che abbiamo scoperto e compreso con l’augurio che un giorno questo mondo sarà colmo di amore e fratellanza.

Abbiamo compreso quanto sia importante avvicinare tutti, soprattutto i nostri coetanei, a temi di attualità. La nuova generazione ha sempre più strumenti adatti ad essere politicamente consapevole e ci auguriamo che possa continuare in questa direzione.
Speriamo, dunque, che la nostra testimonianza contribuisca al coinvolgimento dei ragazzi in questioni politiche rilevanti, che riguardino non solo il conflitto Israelo-Palestinese. Auspichiamo che la nostra voce e il nostro lavoro possa dare, all’interno di un contesto così significativo come l’Arena di Pace, un contributo importante.
Ora tocca a voi!!!

Buona Strada,

Clan Gabbiano Jonathan Livingston
Gruppo scout Agesci Bari 1

 

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