Cari scout, ragazzi, capi, assistenti, sono passati dieci anni dalla disgrazia che ha colpito la mia vita, da quello che io chiamo “il fatto” non volendo mai neanche nominare la brutta, orrenda realtà accaduta a mio figlio, per voi don Peppe.
Se torno con la memoria a quel periodo, cosa che faccio ormai da dieci anni tutti i giorni, insieme a tanto dolore mi viene stranamente e dolcemente da pensare ad un colore: l’azzurro, l’azzurro cielo delle vostre camicie.
Non so quanti eravate in quei giorni a riempire le strade del mio paese, qualche volto mi era noto, su altri assolutamente sconosciuti ho letto la tristezza, su alcuni il dolore, su altri la commozione. Possibile che il mio Peppe avesse conosciuto così tante persone? E che tutti gli volessero così bene?
E dopo quegli strazianti giorni molte sono le persone che mi sono venute a trovare e la maggior parte eravate voi scout: del sud o del nord ma sempre con problemi di comprensione del mio stretto dialetto; capi “importanti” ma anche ragazzini; qualcuno di voi ha cenato qui a casa mia, qualcuno ci ha anche dormito e mi ha fatto disperare perché ad un comodo letto ha preferito il duro pavimento “tanto noi scout siamo abituati” così mi avete detto in tanti!!!
Mi avete invitato a tante manifestazioni: ai vostri campi scuola regionali, a Bracciano per inaugurare la stele dedicata al vostro assistente don Peppe Diana, avete scelto come uno degli itinerari della vostra route nazionale proprio Casal di Principe, luogo di nascita di uno dei maestri di vita “don Peppe Diana”.
Qui a Casale si sono visti spesso circolare i vostri gruppi e sempre vi siete fermati da me per un saluto, per una do-manda, per sentirmi raccontare o per raccontarmi di Peppe. Vi sono davvero grata, a tutti voi, per la compagnia che mi avete fatto. Perché ogni volta che sono insieme a voi, in mezzo alla vostra allegria e confusione, mi sento più vicina a Peppe e al suo mondo. Perché era davvero questo il suo mondo: voi scout!
Anche se io gli dicevo continuamente di smettere di andare a fare tutte quelle riunioni, che oramai si era fatto grande e che con tutti i seri impegni che aveva non poteva continuare ad indossare quei calzoncini, a fare campi, uscite, a correre avanti e indietro… no! Non sono stata una madre scout coinvolta e attiva. Ma ora me ne dispiace e sono orgogliosa che mio figlio facesse parte di questa associazione così grande ed unita, così impegnata e generosa….
Sono passati dieci lunghi, lunghissimi anni e qui a Casale tutto sembra tornato alla “sua normalità”. Però da qualcuno sta nascendo il desiderio di celebrare questo decennale per ricordare, per continuare a lottare, per farsi sentire di nuovo.
E il mio desiderio maggiore è di vedere voi scout di nuovo protagonisti, farmi abbracciare ancora dalla vostra allegria e dai vostri canti un po’ stonati, rivedere quel mare di camicie azzurre dove posso intravedere il volto sorridente e un po’ scanzonato di mio figlio Peppe.
Qualsiasi cosa vi verrà perciò proposto dai vostri “capi maggiori” vi prego di aderirvi in risposta all’amore che don
Peppe Diana ha donato alla vostra associazione, quell’amore e quella passione che ognuno di voi riesce a capire forse anche meglio di me, voi che condividete ancora oggi quella scelta scout e i sacrifici che vi richiede continuamente a cui solo un impedimento grande come quello che ha colpito don Peppe ha potute mettere la parola “FINE”.
Casal di Principe 6 novembre 2003.
Iolanda Diana
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