La mia vita è fruttuosa?

Avviciniamoci alla Pasqua con il primo dei contenuti, creati da Don Dante Bellisario, Luca Vannicola e Felice Fisichella del Roma 170, che ci aiuteranno a riflettere e poter arrivare, così, con il cuore pronto, ad accogliere Gesù Cristo nel giorno della sua risurrezione.


Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12, 20-32)

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».       
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 


riflettiamo insieme

I greci erano i sapienti di quel tempo, vediamo quindi come tutta la sapienza umana non basta a dare pienezza a noi stessi.
Come c’indica il Signore, una vita fruttuosa è una vita donata.
Noi come capi scout ci doniamo ai nostri ragazzi, dando loro tempo, spazio, pazienza e a volte rinunciando alle nostre cose con fatica.

A volte siamo scoraggiati, non vedendo frutti immediati.
Non dobbiamo aver paura delle difficoltà, dei turbamenti, dell’apparente no-sense del nostro servizio; se salteremo oltre la staccionata per seguire il Signore, coglieremo i frutti.


“(…) Per questo credo che la Chiesa, le associazioni, lo scoutismo, la scuola, le famiglie e via di seguito, debbano cercare di essere e di “fare del proprio meglio”, senza o almeno prima di pensare ai numeri, alle prestazioni raggiunte e da raggiungere.
Chiudo pensando al disegno di B.P. dove si vede che da una piccola ghianda è nato un grande e solido albero, quello dello scoutismo. Il quale ha dato i suoi frutti anche in noi e, tramite noi, magari anche in altre persone. Siamo tutti chiamati a giocarci nel solco della vita e portare molto frutto.”

Michele Berruti, su “Percorsi” ottobre 2007

Abbi cura di te. Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro sé stessi, la prima e la più importante. Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa fare. Ogni volta che ti sentirai smarrito, confuso, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e, sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti. E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuto al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai fermo in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta.

Susanna Tamaro

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